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La piattaforma politica del Vesuvio Pride contro ogni forma di discriminazione e contro il malaffare: un’esplosione d’Amore. Senza vergogne, con tanto orgoglio!


Documento politico VESUVIO PRIDE

SENZA VERGOGNE, CON TANTO ORGOGLIO!

Torre Annunziata. 4 Giugno 2022 

Un’esplosione d’Amore!

Questa iniziativa è contro ogni forma d’odio ed è contro la camorra.

Per aderire scrivere a: pridevesuviorainbow@gmail.com

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
(Art. 11 Costituzione della Repubblica Italiana)

 

Dopo due anni di pandemia, torna l’Onda Pride in Italia, un’onda arcobaleno di Pace, Libertà e Gioia che attraverserà il nostro Paese da Aosta a Siracusa, in oltre quaranta città. L’Onda riparte da Torre Annunziata, in concomitanza con Bergamo, Cremona, Cuneo, Monza e Pavia, dunque riparte dal sud, il sud dove è nata (a Napoli nel 2013).

Riparte dopo la tappa storica di Sanremo del 9 aprile scorso, in ricordo di quella prima manifestazione del 1972 promossa da militanti e attivisti gay (oggi diremo LGBTQI+) che, uniti sotto le insegne del movimento Fuori!, boicottarono il convegno del Centro italiano di sessuologia, che sosteneva la cura, psichiatrica e neurochirurgica, dell’omosessualità.

Il Vesuvio Pride arriva a Torre Annunziata dopo due anni di cortei bloccati dalla pandemia da covid19 – nonostante la Città di Napoli sia scesa comunque in piazza, pur senza il tradizionale corteo – e arriva a Torre Annunziata con l’Europa colpita e ferita al cuore da una terribile guerra che non lascia intravedere spiragli di Pace. Il Vesuvio Pride arriva in un territorio – quello di Torre Annunziata appunto – che, a trent’anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, vede nuovamente sciolto, per connivenze tra la politica locale e la camorra, il Consiglio Comunale.

Per questo, mai come in questo momento, il nostro territorio ha un vitale bisogno di essere scosso, ha bisogno di un’esplosione d’amore affinché l’investimento in cultura, arte e diritti si riveli antidoto efficace contro il brutto, perché l’investimento sulla felicità e sul bello possa ridare linfa vitale ad una terra martoriata dalla camorra e dal malaffare. Un Pride unico, contro ogni forma d’odio e di discriminazione, ma anche manifesto contro ogni forma di malaffare e contro la camorra.

Un evento che assume una rilevanza simbolica di grande portata: lasciare da parte la vergogna, per rivendicare il proprio orgoglio. Orgoglio di essere se stessi e di non sentirsi etichettati  e discriminati per la mera appartenenza a una terra dilaniata dal malaffare e dalla camorra o perché percepiti come diversi da tutto ciò che è considerato corrispondente ai canoni di una presunta “normalità”. Un Pride che porta nel suo DNA l’alleanza tra le battaglie per l’eguaglianza, il pieno riconoscimento dei diritti civili e la lotta ad un sistema mafioso, patriarcale e violento. La città di Torre Annunziata assume nel nostro immaginario un ruolo chiave per la declinazione dei nostri temi e delle nostre rivendicazioni, una città che ha voglia di modernità e legalità contro chi vuole rendere clandestina la libera espressione altrui, contro ogni forma di omertà complice, contro le violenze di genere, contro l’omofobia, la transfobia, la bifobia e la lesbofobia, contro l’esclusione, contro i razzismi, contro l’ipocrisia, i falsi moralismi, il bigottismo, contro il malaffare, l’illegalità e la camorra.

Nel Vesuvio Pride c’è tutto il sogno europeo, l’ambizione della costruzione di un’Europa dei Popoli e dei Diritti che sappia ripartire dai territori, sappia dar voce alle cittadine e ai cittadini, alle loro istanze e ai loro bisogni, un’Europa accogliente e generosa, un’Europa senza muri e con soli ponti, che sappia difendere e diffondere una cultura di Pace e di estensione dei diritti fondamentali e inviolabili dell’Uomo.

 

Questo Pride è contro la camorra e il malaffare.

La camorra, con la complicità di una classe politica corrotta e impreparata ha costantemente mortificato e continua a frenare visibilmente il processo di emancipazione dei nostri territori, lasciando che i bisogni delle persone trovino una illusoria soluzione nel “piacere” concesso, piuttosto che nel riconoscimento e nella tutela del Diritto esistente.

Appare di contro completamente insufficiente l’investimento politico, economico e umano nella scuola, nella formazione, nell’arte e nella cultura, cosa che evidentemente incide in modo decisivo sul radicamento di una subcultura criminale e contribuisce a diffondere inesorabilmente, in ampi pezzi della nostra collettività, quella mentalità camorrista che ci circonda ogni giorno: così la camorra consolida il consenso negli strati sociali più fragili e vulnerabili, fino a governare le scelte della politica locale, inetta e corrotta.

L’assenza di progetti di sviluppo e di occasioni di lavoro tutelato e protetto, la mancanza di un welfare adeguato, la completa assenza di una visione strategica per il futuro delle nostre città, rendono troppo spesso il lavoro nero e sfruttato, senza tutele e dignità, l’unica alternativa di sopravvivenza e pertanto potenziale bacino da cui attinge il “sistema della camorra” per reclutare continua manovalanza. Dove lo Stato è colpevolmente assente, le organizzazioni camorristiche seminano e raccolgono, condizionando gli assetti delle amministrazioni comunali e il futuro del nostro territorio.

Diventa fondamentale ribellarsi con atti concreti al potere opprimente del sistema camorra, per riappropriarsi dei propri diritti, per costruire dal basso una rivoluzione che, partendo dal singolo cittadino e dalla singola cittadina, possa costringere le istituzioni a rispondere in modo chiaro, e non più complice del malaffare, per cambiare la narrazione dei fatti e delle storie, personali e collettive.

La mafia sarà vinta quando le istituzioni agiranno per sradicarla dalle nostre vite attraverso la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza di chi non intende conformarsi ad una interazione malata perché foraggiata da divari economici e culturali. Lo Stato vincerà quando saprà abbattere i muri delle distanze, distanze che non consentono di creare un linguaggio unitario che parla di legalità e dignità umana

Il lavoro e la scuola antidoti contro odio e camorra.

“La mafia sarà vinta da esercito di maestre elementari”
 (Gesualdo Bufalino)

CONTRIBUTO DELL’ASSOCIAZIONE GENITORI INSIEME PER LA SCUOLA.

L’Associazione Genitori Insieme per la Scuola ha nel proprio statuto finalità quali l’abbattimento di ogni diseguaglianza, intesa come svantaggio sociale e culturale, e la promozione di pratiche educative che mirino ad abbattere ogni forma di discriminazione, eleggendo a luogo cardine per l’attuazione di buone prassi la scuola.

Ancora oggi gli studenti e le studentesse LGBTQ+ sono vittime di insulti, pettegolezzi e maldicenze, di violenza fisica ed esclusione sociale. Violenze che avvengono in un contesto che, invece, dovrebbe proteggere la popolazione studentesca.

Le ricerche internazionali ci dicono che le e gli studenti vittime di discriminazione e violenza omolesbobitransfobica sono esposte/i ad un rischio maggiore di problemi di salute mentale, pensieri e tentativi suicidari, abuso di sostanze, attività sessuali a rischio, scarso rendimento scolastico, dispersione scolastica e basso interesse a proseguire gli studi dopo la scuola superiore. Fondamentale, dunque, dare supporto agli/lle studenti LGBTQ+.

Proprio per combattere gli stereotipi di genere l’Associazione Insieme per la Scuola ha scelto di aderire al Pride Torre Annunziata, accanto alle associazioni LGBT del territorio. A questo evento, per la prima volta nella città oplontina, partecipiamo convinti che la scuola sia il luogo di socializzazione per eccellenza in cui si può e si deve educare ad apprezzare ogni individualità e reciproca valorizzazione delle differenze. Saremo dunque accanto alle persone LGBTQ+ in ogni azione atta ad offrire a giovani e famiglie il sostegno necessario affinché la scuola sia sempre un luogo accogliente ed inclusivo per tutte le studentesse e gli studenti della comunità cittadina.

IL CONTRIBUTO DEI SINDACATI

L’area torrese ha visto nel mondo del lavoro e nelle sue fabbriche uno straordinario fattore di progresso civile e democratico: le fabbriche erano un luogo di crescita della comunità, di un tessuto sociale, di costruzione dell’identità collettiva. Una storia lunga due secoli che passa per la fondazione di due tra le prime Camere del lavoro, a Torre Annunziata e a Castellammare, per la strage di piazza Spartaco, per la storia gloriosa dei cantieri navali, eroicamente difesi durante la ritirata dei nazisti, episodio da cui scaturì il conferimento della Medaglia d’Oro alla Resistenza. E poi ancora i pastifici, i grandi insediamenti industriali che per decenni hanno rappresentato il cuore di questa terra, e il fiume Sarno, anch’esso simbolo di uno sviluppo che da un certo punto in poi ha smesso di generare benessere ed è diventato invece sfruttamento del territorio e, poi, de-industrializzazione. In questi decenni la pervasività della camorra è cresciuta man mano che aumentava la disoccupazione; al tempo stesso, la presenza della criminalità ha inquinato il tessuto produttivo, portando alla chiusura tante attività sane, scoraggiando l’attività di impresa. La de-industrializzazione ha così ridimensionato il ruolo della classe operaia come elemento di tenuta democratica e di presidio sociale: si è innescata una spirale viziosa in cui la camorra ha generato il sottosviluppo e il depauperamento del tessuto produttivo, aggravando la miseria e la disoccupazione da cui essa stessa si alimentava.

Oggi i sindacati hanno decine di vertenze aperte, Meridbulloni, lo Spolettificio, Fincantieri, il Maximall, gli ex-Metalfer e i tanti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, le Terme, la sanità, il ciclo dei rifiuti, alcune aperte da decenni, altre più recenti, ma altrettanto drammatiche; la mancata bonifica del Fiume Sarno; centinaia di giovani che ogni anno continuano ad emigrare; un quadro desolante su cui lo scioglimento dei Comuni si abbatte a sancire ciò che, purtroppo, già da tempo era noto ed era stato più volte denunciato. Oggi occorre far ripartire lo sviluppo, bisogna voltare pagina e scacciare la camorra dalle istituzioni e dal tessuto sociale ed economico, e per fare questo si deve partire dalla scuola e dal lavoro. Sono in arrivo milioni di euro, risorse del PNRR e del CIS Vesuvio, che devono servire a questo: dare risposta alle vertenze, diremmo “alla” Vertenza del territorio, quella più generale e complessiva che riguarda il suo futuro e la sua prospettiva di sviluppo. È necessario che la spesa di queste risorse avvenga alla luce del sole: massima trasparenza nell’esecuzione dei progetti, nell’affidamento delle gare, nelle scelte che verranno operate.

Ci sono alcune questioni su cui ci sentiamo di prendere posizione in maniera netta, perché pensiamo che il riscatto, la rinascita, il futuro di questa terra partano da qui.

–           La bonifica del Fiume Sarno: troppi rinvii, troppe attese, troppe timidezze. Adesso è il momento di accelerare per restituire, dopo oltre cinquant’anni di inquinamento, un Sarno pulito. È una questione di credibilità delle istituzioni, di vivibilità del territorio, di salute e di tutela dell’ambiente, ma anche di rilancio turistico e di competitività del nostro tessuto industriale: tra qualche anno, solo le aziende che non inquinano saranno competitive sul mercato e noi dobbiamo farci trovare pronti per evitare un’altra catastrofe occupazionale.

–           La questione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, che dopo decenni aspettano ancora risposte, risposte che vanno date perché lo Stato ha impegnato risorse economiche e progetti e quelle risorse devono generare lavoro e benessere per tutti, non per pochi.

–           Una visione urbanistica del territorio capace di conciliare politiche industriali efficaci con la rigenerazione urbana: bisogna dare alle giovani generazioni una possibilità per lavorare e vivere dignitosamente in questa terra, migliorando servizi e infrastrutture sostenibili, e costruire qui il proprio futuro. La possibilità di vivere in una terra che si prenda cura della bellezza del territorio, della qualità urbanistica e che sappia promuovere la competitività del nostro tessuto produttivo, difendere il lavoro, difendere e promuovere gli insediamenti produttivi nuovi e quelli storici, come i cantieri navali e le importanti industrie ancora presenti sul territorio torrese e stabiese.

–           Rilancio del termalismo, del turismo sostenibile e della risorsa montagna: il nostro territorio potrebbe costruire una parte importante del suo sviluppo su questi aspetti, che vengono colpevolmente trascurati da troppi anni ma che devono trovare un punto di svolta.

–           L’armonizzazione col territorio dei nuovi centri commerciali, tra cui il nuovo MAXIMALL in costruzione a Torre Annunziata: queste mega strutture, che nascono sui suoli di siti industriali dismessi e che beneficiano di ingenti finanziamenti pubblici (per decine di milioni di euro) hanno senso solo se servono a creare lavoro giusto e dignitoso, senza sfruttamento, dando al lavoro la sua dimensione di diritto costituzionale e fattore di cittadinanza, e non di mero strumento di sussistenza. Servono percorsi di partecipazione dei cittadini, di concertazione delle scelte, servono spazi e servizi per le lavoratrici e i lavoratori in questi nuovi centri commerciali, servono protocolli seri e vincolanti per evitare sfruttamento, lavoro nero, lavoro grigio.

Le nostre rivendicazioni

Per quanto detto, nel rispetto e per la tutela:

  • dell’autodeterminazione della persona umana e dei popoli;
  • dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale, dei Principi fondamentali dell’Unione Europea e dei Trattati internazionali sui diritti umani;
  • della laicità dello Stato.

Il Vesuvio Pride chiede a tutte le amministrazioni e gli enti locali, ai soggetti operanti nel terzo settore e alla cittadinanza tutta:

  • La piena attuazione della legge regionale contro l’omotransfobia;
  • il supporto a percorsi e strutture di accoglienza per persone LGBT* vittime di discriminazioni di genere legate all’identità sessuale;
  • che vengano pianificate azioni positive contro il pregiudizio omofobico e transfobico attraverso interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado per il contrasto al bullismo omofobico e transfobico, azioni di formazione per studenti, docenti e genitori per una scuola più laica, inclusiva ed interculturale;
  • l’apertura di sportelli di sostegno, assistenza e di ascolto, che vengano avviati percorsi di formazione della pubblica amministrazione e delle forze dell’ordine, e che siano rafforzati inoltre i rapporti di collaborazione e ricerca scientifica con tutti gli atenei della regione Campania;
  • la piena attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, attraverso il potenziamento e l’applicazione di ogni forma di tutela possibile per quanto attiene l’accesso di lesbiche, gay e transessuali/transgender al mercato del lavoro, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la tutela dell’occupazione e delle garanzie contrattuali frutto di battaglie e conquiste sociali;
  • che vengano avviati, con tutte le parti parti sociali e le istituzioni territoriali, percorsi volti a costruire modelli di network management sul territorio, finalizzati al superamento delle discriminazioni ma anche per agevolare le condizioni lavorative delle persone LGBT*, più esposte all’esclusione sociale, attraverso pratiche di “diversity management” ed “equality standard” e attraverso la valorizzazione di alcuni settori produttivi come il turismo LGBT*;
  • che vengano avviate azioni di contrasto alle discriminazioni, nei confronti delle persone LGBT*, in ambito sportivo, attraverso la collaborazione con enti di formazione, università, associazioni ed enti sportivi e con le istituzioni locali volti ad attuare progettazioni ed eventi che consentano una serena partecipazione alle attività sportive, amatoriali e agonistiche da parte delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans;
  • che venga garantito il diritto alla salute delle persone LGBT* attraverso la costante l’interlocuzione con il tavolo istituzionale regionale sulla medicina di genere;
  • si richiede la piena attuazione dell’ultimo Piano Regionale di Prevenzione approvato, l’attivazione da parte della Regione dei Check Point di community  based per le IST e la riattivazione di campagne regionali d’informazione sulla prevenzione delle IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse) e sull’uso del preservativo, per cui chiediamo l’attivazione di campagne di distribuzione gratuita ai giovani e nelle scuole di II grado, focalizzando l’informazione anche sui recenti passi in avanti delle ricerca scientifica, garantendo al contempo i diritti delle persone sieropositive al fine di contrastare le discriminazioni sierofobiche. Sostenere ed informare sulle nuove campagne di vaccinazione anti epatite A e anti-HPV, gratuitamente come previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, inserendo oltre alla popolazione omosessuale, come già previsto dal Piano Nazionale, anche le persone HIV positive. Si richiede inoltre di promuovere un drastico abbattimento del costo dei preservativi (a carico del sistema sanitario nazionale per le persone con basso reddito) e di informare la popolazione sulle nuove profilassi anti HIV: PrEP (Pre Exposure Prophylaxis), PEP (Post Exposure Prophylaxis) e TASP (Treatment as Prevention).

Chiediamo inoltre:

  • il riconoscimento della cittadinanza ai minori nati in Italia ed tutti cittadini stranieri e a tutte le cittadine straniere regolarmente presenti sul nostro territorio. Piano riconoscimento dello IUS SOLI;
  • una migliore applicazione della Direttiva 2005/85/CE del Consiglio, del 1° dicembre 2005 riguardante lo status di rifugiato anche per le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali/transgender perseguitati nei paesi d’origine;
  • soluzioni urgenti per quanto attiene il dramma della condizione carcerari, resa ancora più dolorosa per gli aspetti discriminatori anche quelli legati all’orientamento sessuale ed all’identità di genere, e il ripristino della legalità con l’applicazione di normative sul reinserimento e il recupero socio-occupazionale dei detenuti.

Il Vesuvio Pride chiede a tutte le amministrazioni e agli enti locali, ai Parlamentari della Repubblica, ad ogni singolo cittadino e ogni singola cittadina, di assumere un ruolo propositivo per:

  • il pieno riconoscimento del MATRIMONIO EGUALITATIO;
  • produrre una legge nazionale contro l’omotranslesbobifobia,  che chiaramente definisca e persegua il reato di violenza a sfondo omofobico, transfobico e  lesbofobico, attraverso l’estensione della legge Mancino-Reale all’orientamento sessuale e all’identità di genere;
  • revisionare la legge 164/82 al fine di garantire la piena effettività del diritto all’identità di genere e all’espressione di genere.;
  • rimuovere gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transessuali/transgender, attraverso il recepimento pieno e sostanziale della Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 e delle Direttive Europee 207 del 1976 e 78 del 2000;
  • promuovere una legge nazionale per l’assistenza sessuale e affettiva per le persone disabili;
  • la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali e transgenitoriali, anche attraverso il riconoscimento della filiazione alla nascita;
  • l’accesso all’adozione per coppie omosessuali e single;
  • l’accesso alle tecniche di pma per coppie omosessuali e donne single;
  • la garanzia della presenza di personale non obiettore nelle strutture mediche pubbliche, perché non sia messo a rischio il diritto delle donne di ricorrere all’ivg (interruzione volontaria di gravidanza);
  • il pieno recepimento della direttiva europea 38 del 2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;
  • il rispetto dei diritti umani nel mondo, per l’abolizione della pena di morte, per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nella legislazione di decine di Paesi;
  • rendere finalmente effettiva la completa eliminazione di ogni voce di patologia dai codici sanitari per omosessualità e bisessualità da parte del Sistema Sanitario Nazionale;
  • attuare campagne nazionali e mediterranee di ricerca, formazione e sensibilizzazione per contrastare qualsiasi forma di discriminazioni legate all’orientamento sessuale e/o all’identità di genere in ambito sportivo;
  • Attivarsi in seno alla Comunità Internazionale perché si ponga immediatamente fine alle persecuzioni delle persone LGBT* in diversi paesi del mondo e perché i responsabili delle stesse siano chiamati a rispondere per crimini contro l’umanità innanzi alla Corte dell’Aja.
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