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Una rivoluzione del bene: istituzioni e terzo settore campani a confronto per costruire un welfare di prossimità


Una rivoluzione del bene: oltre 4000 persone raggiunte, 507 interazioni tra commenti, like e condivisioni, una media di 75 spettatori sempre connessi con un apice di 98 persone: sono i dati della diretta che si è tenuta giovedì 18 marzo, proprio nella prima giornata di ricordo delle vittime del Covid in Italia, sulla pagina facebook di Arci Campania, in cui quattro reti di solidarietà nate durante o a seguito della pandemia si sono raccontate e confrontate con le istituzioni per la costruzione di un welfare comunitario in Campania.

Nelle province di Caserta, Avellino, Benevento e Napoli (è possibile approfondire quil’emergenza pandemica ha mobilitato volontari e associazioni, ma anche realtà imprenditoriali, per rispondere a bisogni e necessità delle persone fragili nei quartieri e nelle città della Campania, portando in poco tempo e in un contesto di urgenza risultati straordinari: consegna di spesa, farmaci e materiale didattico a domicilio, assistenza per buoni spesa, servizi, prenotazione di vaccini, attivazione di linee telefoniche di supporto psicologico, distribuzione di mascherine, kit guanti e igienizzante, montaggio e consegna di visiere protettive, attivazione con test HIV e sifilide rapidi, anonimi, gratuiti e a domicilio, consegna di mascherine per i detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale, raccolte fondi e corsi di recupero per i minori, assistenza agli anziani e realizzazione di attività estive.

Ma come hanno reagito le istituzioni e se e quanto il sistema degli Ambiti Sociali ha supportato e collaborato alla buona riuscita di queste iniziative? L’esperienza è stata da insegnamento per i prossimi passi da percorrere insieme?

Questi gli interrogativi posti al secondo panel di lavoro, aperto da Giovanpaolo Gaudino, neoeletto Portavoce del Forum Terzo Settore Campania, che ha sottolineato come il Terzo Settore sia stato capace di auto-organizzarsi rapidamente mettendo in gioco il valore della sussidiarietà, ma non è più sufficiente la risposta emergenziale; questi aspetti ora vanno strutturati in servizi che diano risposte continuative sui territori.

Aspetto ribadito da Carmine De Blasio, Direttore Consorzi A5 Atripalda ed S6 Baronissi e autore del libro “La governance degli ambiti sociali in Campania: perché è il momento di cambiare”, che ha evidenziato il ritorno nella Regione Campania di un protagonismo del sociale, straordinaria risorsa che non si può disperdere, ma va mantenuta, evitando di parlarsi addosso e muovendosi insieme verso un obiettivo comune. È importante – secondo De Blasio – capire la fase di svolta in cui ci troviamo e decidere insieme come costruire un sociale sul nostro territorio che abbandoni l’idea dell’occasionalità e acquisti la dimensione di qualcosa di strutturale.

A moderare il tavolo Francesca Coleti, che ha posto a questo punto una domanda a Rossella Trapanese, Responsabile Osservatorio Politiche Sociali Unisacome possiamo crescere nelle competenze individuali e collettive, attivando i nostri saperi condivisi? Rossella Trapanese, sottolineando l’importanza di parole come entusiasmo, competenze, sensibilità, responsabilità condivise emerse negli interventi precedenti, ha parlato di necessità della sussidiarietà e del bisogno di avere una mission comune. In particolare, “serve lavorare sull’empowerment territoriale, far capire cosa significa solidarietà creando una formazione ad hoc, c’è la necessità di una rivoluzione del bene perché bisogna far sì che tutti riescano a comprendere il disagio e a vivere la solidarietà e a praticare l’equità e la giustizia sociale”.

La conclusione dei lavori è stata affidata a Lucia Fortini, Assessora alle Politiche Sociali Regione Campaniache, tra le parole chiave emerse nel corso dei lavori ha evidenziato come con la “fiducia” possiamo superare una serie di ostacoli. Dobbiamo dare dei servizi e migliorare la qualità di vita delle persone, facendo tesoro di quello che tanti ambiti territoriali stanno facendo, con la consapevolezza che se altre persone condividono questo spirito, rendono più forte anche la propria idea. Bisogna capire – ha ribadito – come e cosa poter migliorare, perché abbiamo consapevolezza della capacità propositiva che può avere il sistema di welfare.

 

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